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ItinerDiary: vivere Sauris grazie all’Albergo Diffuso

L’arrivo dell’estate da sempre porta con sé il desiderio di partenza. Uno stimolo che tra prudenza e voglia di evadere, punta sempre più alla disconessione dai dispositivi elettronici e una connessione con la natura. L’obiettivo principale rimane trascorrere del tempo di qualità all’aria aperta e, dopo due anni passati per lo più tra le mura domestiche, questa necessità apre la visuale a più orizzonti. E quale posto è più adatto a questo scopo se non la montagna? Condividendo questo sentimento, ho voluto addentrarmi nella Carnia per far visita a Sauris, una delle mie mete preferite fin da bambina, dove poter respirare a pieni polmoni l’aria buona e ossigenata, capace di depurare corpo e spirito.

Alcuni scenari però sono in grado anche di togliere il fiato e riempire gli occhi di un colore verde smeraldino. Sto parlando del lago artificiale di Sauris, il cui compito sembra proprio incantare tutti i visitatori che giungono in questo luogo, reduci delle cupe gallerie che gli hanno mostrato la via tra le montagne. Il lago, formatosi a seguito della costruzione dell’imperiosa diga, eretta durante la Seconda Guerra Mondiale, sembra alla vista cullato a turno da montagne e foreste. 

La diga è stata costruita per soddisfare con l’impianto idroelettrico del Lumiei la necessità idroelettrica della zona: inaugurata nel 1948 con un’altezza di 136 metri e una portata d’acqua di oltre 70 milioni di metri cubi del bacino idrico, all’epoca costituiva la diga più alta d’Italia e una delle maggiori al mondo.

Ma noi sappiamo bene che dopo un primo colpo d’occhio sui panorami mozzafiato, uno dei punti di forza del turismo nel nostro Paese è dato senz’altro dallo stile di vita dei luoghi, dei borghi e dei centri storici. 

Proseguendo verso Sauris, mi sono resa conto di quanto i piccoli borghi siano una rivelazione di tesori d’altri tempi, che sono in grado di incuriosire e attrarre sempre più visitatori per la loro peculiarità. Il retaggio storico di questi luoghi li designa come luoghi che raccontano il passato, ma allo stesso tempo hanno una voce eterna, perché continuano a raccontare la nostra storia. Per questo conoscerli rimane la maniera più facile per arricchire le nostre conoscenze e prendere consapevolezza di chi siamo.

La nascita del primo Albergo Diffuso in Italia, a Sauris

É proprio con questo obiettivo che ho deciso di trascorrere un weekend a Sauris, la quale custodisce parte della nostra identità regionale, protetta dallo sguardo vigile delle montagne. 

Sono stata ospitata dall’Albergo Diffuso Sauris, una realtà molto caratteristica di cui vorrei parlarvi, che nasce proprio per offrire la possibilità di vivere in maniera esclusiva la vera atmosfera del paese. In tanti luoghi per far posto ai visitatori, infatti, non c’è bisogno di alberghi nuovi, ma di nuovi alberghi. E ora vi spiego come è possibile.

L’idea di “Albergo Diffuso”, nasce nel 1978 a Comeglians, da un gruppo di lavoro coordinato dal poeta Leonardo Zannier e l’architetto udinese Pietro Gremese, con la collaborazione di alcuni studenti del Politecnico di Zurigo. L’obiettivo del progetto è quello di permettere a case pre-esistenti tipiche di essere ristrutturate, con il fine di dare ospitalità ai turisti e fargli vivere una vera e autentica esperienza di vita. Un Albergo Diffuso infatti non permette alle persone di affittare camere in senso stretto, ma luoghi da vivere come residenti, siano essi pure temporanei. In questo modo, recuperando il patrimonio edilizio presente in comunità, viene ampliata anche l’offerta turistica, puntando allo sviluppo sociale ed economico dei piccoli borghi. 

Son rimasta stupita nel scoprire che il primo Albergo Diffuso operante in Italia si trova proprio qui nella nostra Regione: inaugurato nel 1994, coincide infatti con il Borgo di San Lorenzo a Sauris. 

L’architetto Pietro Gremese in quegli anni stava lavorando per l’Amministrazione Comunale di Sauris ad un piano di sviluppo comunale, chiamato “Progetto Sauris”, in un periodo immediatamente successivo al tragico terremoto del 1976, che aveva portato allo spopolamento delle aree montane.

La sua proposta di dare vita ad un Albergo Diffuso fu accolta in quanto non solo rispondeva perfettamente alle esigenze di ristrutturazione di alcune strutture storiche, le quali avrebbero così potuto beneficiare di contributi comunitari, ma dava modo di creare una stretta relazione e un coinvolgimento dell’ospite con il territorio e la sua gente, le sue usanze e le sue tradizioni. Un’integrazione che si è rivelata in grado di valorizzare le unicità di Sauris e che ha fatto anche da traino per lo sviluppo di altre attività correlate al turismo.

A questa nuova realtà è stato dato il nome di Haus hörbige, che nella lingua saurana significa “casa ospitale”. Sì, perché l’identità del luogo è così forte che ancora persiste la lingua di Sauris (de zahrar sproche), la quale affonda le radici intorno al Duecento e presenta notevoli analogie con i dialetti tirolesi e carinziani, appartenendo allo stesso ceppo di lingue bavaresi. Essa ricalca un antico dialetto tedesco le cui origini purtroppo si perdono nella storia, o meglio, nella leggenda della fondazione della città.

Come vi ho raccontato ho avuto il piacere di soggiornare proprio in una delle case facenti parte dell’Albergo Diffuso Sauris, nello specifico in uno stavolo, un antico edificio tipico della Carnia e dei territori alpini del Friuli-Venezia Giulia. Della sua primaria funzione ce lo racconta il suo nome: “stávolo” deriva dal latino stabulum, ovvero “stalla”, ma prende anche il significato di “tana” e “dimora”. Questa struttura, infatti, era un luogo di rifugio, adatto ad ospitare i pascoli in caso di bisogno, strutturato su due piani: quello inferiore in pietra, che ospitava gli animali, e quello superiore in legno adibito al pastore. Quest’ultimo veniva costruito con l’antica tecnica del “block bau”, che prevede sovrapposizione di una serie di tronchi o travi in orizzontale fino a formare delle pareti, il cui aggancio è riconducibile agli angoli, dove avviene l’incastro tra una trave e l’altra.

Ma non tutte le strutture facenti parte dell’Albergo Diffuso Sauris sono stavoli: molte sono case in pietra le quali nell’Ottocento, risultando più prestigiose perché confortevoli tutto l’anno, erano destinate ad ospitare preti, notai e sacrestani. La pietra è infatti un materiale ignifugo, igienico, atossico e particolarmente resistente agli agenti atmosferici, rispetto al legno.

Sono rimasta affascinata scoprendo quanto questi luoghi raccontino una parte di storia e conservino in sé i segni del passato: ecco perché è senz’altro un modo diverso di concepire l’ambiente di vacanza, il quale diventa parte attiva di una esperienza autentica, senza precludersi i comfort di una struttura alberghiera.

Approfittando del bel tempo, ho passeggiato introducendomi nel suggestivo paesaggio che circonda Sauris. Tutto ciò che fa parte del tipico scenario di montagna ha un particolare potere rilassante e non richiede particolare impegno, a meno che non ci si voglia avventurare su percorsi trekking più impegnativi.

Rigenerare corpo e mente alle terme e SPA di Sauris

Per amplificare ulteriormente questa sensazione, l’Albergo Diffuso Sauris mette a disposizione la Grien SPA, ubicata nel Borgo dello Sport e del Benessere, il posto ideale dove vivere una sensazione profonda di benessere circondati dalla rigogliosa natura delle Alpi Carniche. La struttura propone una suggestiva piscina a misura di famiglia, in cui si scroscia e si tuffa dalla roccia viva una rigenerante cascata. Un percorso wellness a 360° che comprende anche l’idromassaggio, la sauna e il bagno turco, e che aiuta a ritrovare il proprio equilibrio con trattamenti di bellezza e massaggi.

In inverno, se si è fortunati, si può anche partecipare agli Aufguss Day, durante il quale un maestro di sauna, certificato Aisa, si mette a disposizione degli ospiti per potenziare l’effetto della sauna finlandese con profumatissimi aufguss, e dedicarsi con attenzione al proprio corpo con scrub da effettuare nel bagno turco.

A circondare la Grien SPA, campi attrezzati per chi anche in vacanza, non vuole rinunciare all’energia dello sport. Una location tranquilla e immersa nel verde, che diventa quindi anche il luogo ideale per praticare sport all’aria aperta: in estate nel centro sportivo è possibile praticare ad esempio tennis, calcio a 5, pallavolo e pallacanestro, mentre in inverno lasciarsi incantare dalla bianca neve pattinando sul ghiaccio. Il campo poi, in qualsiasi stagione, diventa uno strategico punto di partenza per inoltrarsi in percorsi sentieristici che collegano le varie frazioni di Sauris, percorribili sia a piedi che in mountain bike.

Ma le sorprese dedicate al benessere non finiscono qua. A chi ama gli ambienti più intimi, l’Albergo Diffuso Sauris propone proprio all’interno del Borgo di San Lorenzo la Ghesunthaus SPA, “casa della salute e del benessere” in saurano. Una alternativa alle terme molto più esclusivo, con una sauna finlandese e una bio-sauna riservate.

Per quanto questi servizi siano moderni, non mancano alle logiche dell’Albergo Diffuso. La stessa Ghesunthaus SPA, ad esempio, è stata ricavata da una vecchia stalla, di cui ne conserva ancora la caratteristica porta d’ingresso e le mura in pietra. 

L’Albergo Diffuso Sauris conservano e rispettano la struttura delle case antiche, continuando a mantenere viva la loro identità. La maggior parte delle strutture che compongono i borghi di Sauris conservano infatti pure la loro denominazione originaria, che a volte evoca particolari toponimi mentre altre ricorda addirittura il nome dei primi proprietari. 

Ne sono un esempio Pame Wulz, Pame Gelmo, Pan Frakasch, Pa Schbaltn, Pa Meisnar e Pan Khebasser, dove il prefisso saurano Pame, o Pa, si traduce con “a casa di, da”. I visitatori quindi vengono accolti come veri ospiti della casa, circondati da una bellezza senza tempo.

Ricordare e mantenere vivo il loro nome non fa altro che custodire ulteriormente l’identità di chi le ha abitate e la storia di questo magico borgo antico, la quale non si legge e basta, ma si vive e continua a scrivere. 

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