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“Unauthorized”: la mostra di Banksy a Mestre

L’arte di strada, con il suo carattere spontaneo e ribelle, spesso sollecita riflessioni profonde sulla società, la politica e la cultura. Nell’epoca contemporanea, pochi artisti di strada hanno catturato l’immaginazione del pubblico come Banksy, il cui lavoro ha spinto le persone a riconsiderare il significato e il valore dell’arte stessa.

Ho partecipato al vernissage della mostra “Unauthorized” di Bansky ospitata all’M9 di Mestre, un evento che ha presentato una vasta selezione di opere di Banksy, inclusi dipinti, installazioni, e stampe, offrendo al pubblico l’opportunità di esplorare il suo mondo di critica sociale, satira politica e messaggi provocatori. 

Ma “Unauthorized” mette qui in scena un altro paradosso: l’arte pubblica, solitamente parte integrante del contesto urbano, viene estraniata dal suo ambiente naturale ed esposta in un museo, acquisendo una sorta di venerazione.

Un contrasto percepibile tra la natura ribelle dell’arte di strada e l’istituzione tradizionale del museo.

La Street Art di Banksy: dal contesto urbano al museo

Nel contesto dell’arte di strada, l’opera di Banksy spesso si inserisce nel tessuto urbano come una forma di espressione sociale e politica. Queste opere, realizzate su muri, edifici e altri luoghi pubblici, sono accessibili a chiunque passi per quella strada e spesso interagiscono con l’ambiente circostante.

Quando un’opera di street art viene rimossa dal suo contesto urbano e trasferita in un ambiente museale, il suo significato e la sua esperienza per il pubblico possono cambiare radicalmente. La “venerazione” che ho menzionato prima si riferisce a questo cambiamento: l’opera, una volta estraniata dal suo ambiente originale, può essere vista con un nuovo rispetto e un senso di importanza, come se fosse stata sollevata a un livello più elevato di arte.

Questa estraniazione può anche suscitare riflessioni sulle dinamiche di potere e controllo nella fruizione dell’arte, mettendo in discussione chi ha il diritto di definire cosa sia considerato arte e chi abbia il potere di decidere dove e come sia esposta. 

Banksy: Il bambino che gioca con la neve-cenere

Voglio iniziare a raccontarvi la mostra con il murales che non vedevo l’ora di vedere: il bambino che gioca con la neve-cenere di Banksy. Un’opera di denuncia comparsa a Port Talbot, dove sorge il più grande polo siderurgico del Regno Unito.

Il dipinto ritrae un bambino con cuffietta e sciarpa, le braccia alzate mentre gioca e cerca di mangiare ciò che sembrano fiocchi di neve che cadono dal cielo. Ma una volta svoltato l’angolo del muro, questa immagine felice viene presto smentita dal resto del murales: un cassonetto in fiamme sta liberando in realtà nell’aria cenere.

La neve, simbolo tradizionale di purezza e innocenza, diventa un veicolo per denunciare le gravi conseguenze dell’inquinamento industriale sulla vita quotidiana delle persone, soprattutto dei bambini.

“Il bambino che gioca con la neve-cenere” invita lo spettatore a una riflessione critica sul mondo circostante, sollecitando una consapevolezza delle sfide ambientali e sociali che affrontiamo nella società contemporanea. È un richiamo all’azione e alla responsabilità: vuole incoraggiare il pubblico a considerare le proprie azioni e a impegnarsi per un cambiamento positivo.

Banksy e la critica all’educazione repressiva

Il tema dell’infanzia e dell’educazione dei figli sono elementi ricorrenti nelle opere di Banksy: il bambino è infatti spesso visto dall’artista come un segno di speranza e di purezza in un mondo dominato dalle logiche del consumismo e del capitalismo.

Banksy: No Ball Games

“No Ball Games” è molto più di un semplice cartello stradale: è un invito alla disobbedienza, un’incitazione a infrangere le regole. Comparso nel 2009 a Tottenham, nel Nord di Londra, su un muro di un negozio all’incrocio tra Tottenham High Road e Philip Lane, in questo murales vediamo due bambini che, giocando con il cartello stesso, contraddicono apertamente il divieto impresso su di esso.

Il dipinto suggerisce che la vita e la gioia dei bambini non dovrebbero essere limitate da regole rigide e restrittive. Al contrario, incoraggia a ribellarsi contro il conformismo e a rivendicare il proprio diritto alla libertà e all’espressione individuale.

Banksy: Stop and Search 

Nel 2007 compare “Stop And Search”, una scena contemporanea in bianco e nero in cui un poliziotto, con guanti blu da ricerca forense, ferma e perquisisce Dorothy del Mago di Oz – simbolo di purezza e ingenuità. Una rielaborazione sarcastica della iconica frase di Dorothy: “Non c’è posto come casa”. Banksy prende di mira la politica di stop-and-search introdotta dal governo britannico negli anni ’80, nota per il suo eccessivo targeting delle minoranze etniche e per il suo impatto discriminatorio.

Banksy e la critica alla società contemporanea

Nell’ambito dell’arte contemporanea, Banksy si distingue per la sua abilità nell’innescare profonde riflessioni su temi di grande rilevanza attuale. Con un approccio satirico e provocatorio, le sue opere si immergono con determinazione nei dilemmi politici e sociali del nostro tempo.

Oltre a catturare l’attenzione del pubblico, il lavoro di Banksy incita ad un’analisi delle strutture di potere, delle disuguaglianze sociali e della complessità dell’esperienza umana. In questo modo, le sue creazioni non solo decorano le pareti, ma agiscono come potenti agenti di introspezione e cambiamento, spingendo gli osservatori a riflettere sul mondo che li circonda e sulle sfide che esso presenta.

Banksy: Laugh Now

Nelle opere di Banksy, la presenza della scimmia assume un ruolo significativo e ricorrente, evocando deliberatamente il tema de “L’Alba del Pianeta delle Scimmie”. Come nel celebre romanzo e nei successivi film, dove le scimmie prendono il controllo dell’umanità, Banksy utilizza questa immagine per denunciare l’atteggiamento dominante degli esseri umani, lanciando un avvertimento su una possibile inversione di ruoli.

Il cartello indossato dalla scimmia protagonista, nell’opera intitolata “Laugh Now” e commissionata per la prima volta nel 2002 dal Nightclub Ocean Rooms in Morley Street a Brighton, lascia chiaramente intravedere questa critica. La frase incisa sul cartello, “Laugh now, but one day we’ll be in charge” (“Ridete adesso, ma un giorno saremo noi a comandare”), è una profezia inquietante che sottolinea la fragilità del dominio umano e suggerisce un futuro in cui le scimmie potrebbero detenere il potere.

Attraverso questa immagine, Banksy invita il pubblico a riflettere sulle dinamiche di potere e controllo nella società umana, mettendo in discussione l’idea di superiorità dell’uomo sugli altri esseri viventi. La presenza della scimmia diventa quindi un potente simbolo di ribellione e di possibilità di cambiamento nel corso della storia.

Banksy: Donuts Strawberry

“Donuts Strawberry” di Banksy offre una scena quasi surreale: cinque poliziotti seri e imperturbabili scortano un camion per il trasporto merci, sul tetto del quale spicca un’enorme ciambella .

Secondo un’interpretazione dell’opera, il donut rappresenta il simbolo predominante all’interno di un sistema capitalistico americano. È evidente che il carico sia considerato una priorità tanto importante da richiedere una scorta da parte delle forze dell’ordine. Questo contrasto mette in luce l’ironia della situazione, suggerendo che alcuni agenti preferiscano dedicarsi al proprio benessere e piacere anziché al servizio e alla protezione della comunità.

Banksy: I Fought the Law

Basato sul tentativo fallito di assassinio del Presidente Reagan nel 1981, “I Fought the Law” è una delle opere più politicamente cariche di Banksy, una rappresentazione incisiva e provocatoria del potere della disobbedienza civile e della ribellione contro l’autorità.

La scena ritratta nella stampa di Banksy mostra un uomo che, sebbene sia sconfitto e immobilizzato da tre individui, rimane fiero e determinato. Il fatto che sia un artista del graffito, e non un criminale violento come Hinckley, aggiunge uno strato di ironia e critica sociale. Banksy mette in discussione la percezione tradizionale del “criminale”, suggerendo che coloro che si ribellano alle ingiustizie e sfidano il sistema possono essere visti come eroi anziché come criminali.

La frase “I Fought The Law And I Won”, scritta sul muro dietro l’uomo con un pennello caduto, sottolinea il tema della disobbedienza civile e del trionfo contro le leggi ingiuste o oppressive. È un atto di sfida e di rifiuto delle norme stabilite, e riflette la determinazione e lo spirito di resistenza di coloro che si oppongono al potere costituito.

Inoltre, l’opera fa un chiaro riferimento alla cultura popolare e alla musica dei Clash, con il titolo ispirato alla loro famosa canzone. Questo collegamento enfatizza il messaggio di ribellione e di opposizione alla società conformista e autoritaria.

Banksy si conferma come una voce critica e provocatoria, che permea il tessuto stesso della società contemporanea. Attraverso le sue opere, sfida le convenzioni, smaschera le ipocrisie e stimola un dialogo profondo su questioni fondamentali come la politica, la cultura e la moralità.

Il suo impatto si estende ben oltre il mondo dell’arte, influenzando il pensiero collettivo e ispirando azioni di cambiamento. Con il suo stile unico e la sua prospettiva incisiva, Banksy continua a sfidare le nostre percezioni, invitandoci a guardare oltre la superficie e a esplorare il mondo con occhi nuovi e critici.

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