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Dietro le quinte della Milano Fashion Week

C’è un momento magico in Italia che fa sognare tutti gli appassionati di moda, quando look da sogno, star internazionali ed eventi esclusivi si alternano in passerella.

E succede due volte anno, quando la Camera Nazionale della Moda organizza la “Milano Fashion Week” in una delle quattro capitali mondiali della moda, insieme a Parigi, Londra e New York, indiscusse leader del settore. Milano rappresenta infatti un punto di riferimento a livello mondiale: durante la settimana della moda il mondo sembra fermarsi, e tutti i riflettori vengono puntati sulle passerelle per dettare le nuove tendenze. Dopotutto, anche io rimango senza fiato pensando che sulle sue passerelle hanno sfilato modelle del calibro di Naomi Campbell, Bianca Balti, Carla Bruni. Tutt’oggi questa manifestazione è frequentata da celebrità famose in tutto il mondo. Ci sono infatti nomi come Gigi e Bella Hadid, Kendall Jenner e alcuni “angeli” di Victoria’s Secret.

Durante questo evento, proposto nei mesi di febbraio e settembre, buyer, stampa e appassionati del fashion si incontrano per presentare le collezioni primavera/estate e autunno/inverno. Stilisti e brand hanno una perfetta occasione per mostrare al pubblico la propria nuova collezione, con sfilate che esprimono fino in fondo l’identità del brand: possono abbandonare anche il format di semplici carrellate di vestiti indossati da modelle e modelli, per diventare dei veri e propri spettacoli teatrali o talvolta, musicali.

La Settimana della Moda è infatti un evento dove tutto conta: il modo in cui vengono presentati i capi, le persone invitate alla sfilata, gli influencer e le modelle scelte. Dopo tutto, il successo della moda italiana è frutto di una lunga storia che è andata di pari passo con l’evolversi della società e della cultura.

Assistere alle sfilate non è semplice come partecipare ad altri eventi: l’accesso è consentito solo su invito o tramite accredito. Senza questo, è possibile seguire i vari brand attraverso dirette streaming che pubblicano online oppure dalle stories che gli influencer postano sui social.

Perché vengono invitati influencer alla Milano Fashion Week?

Gli influencer sono riusciti a cambiare la moda già da diversi anni. Ma durante le Fashion Week, attraverso i contenuti che condividono, riescono anche a democratizzare l’esperienza della settimana della moda, la quale prima di Chiara Ferragni era in esclusiva solo per stilisti, buyer e stampa. Sì, perché le sfilate sono un evento a numero e porte chiuse, alla quale si può accedere solo tramite invito da parte dei brand che le organizzano.

Ecco perché quando dico che è stata democratizzata, intendo che gli influencer sono riusciti ad avvicinare il loro pubblico a questa esclusiva esperienza da VIP che, fino a poco tempo fa, era riservata strettamente ad addetti ai lavori. Più sono gli influencer a partecipare ad un evento, più vengono forniti ai consumatori punti di vista e una prospettiva più ampia su ciò che vedono in un determinato spettacolo.

Per chi non è interessato al lato poetico che si cela dietro questo evento, posso confermare che i brand hanno come obiettivo quello di creare un evento in grado di generare discussione, per tradurlo in vendite e in un rafforzamento dell’identità del marchio. Per gli influencer, invece, è una occasione perfetta per condividere contenuti di qualità che, in alcuni casi, possono anche fargli guadagnare una quota di affiliazione, oltre ad aprire le porte a future opportunità di business.

Seguendo l’obiettivo comune, spesso il brand fornisce ad alcuni suoi ospiti in anteprima alcuni capi della sua nuova collezione. In questo modo gli influencer possano creare contenuti da condividere online con la community, ma anche sfoggiarli durante la sfilata davanti ai fotografi.

Un po’ di storia della Fashion Week

Milano non è nata, ma è diventata un palcoscenico privilegiato per il mondo del fashion, dove nuovi stili e tendenze riescono a passeggiare accanto a marchi storici, i quali, con abiti, borse, accessori e profumi all’avanguardia, dimostrano da sempre valore. Non per niente, alimentano quel “made in Italy” rinomato nel mondo.

Con il suo così chiamato “quadrilatero della moda” (Via Monte Napoleone, Via Alessandro Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia), Milano è il luogo dove i migliori stilisti esibiscono le loro sorprendenti creazioni.

Ma come è diventata tutto questo?

Come è nata la prima Fashion Week

Anche se l’industria Couture pone le sue origini nella Parigi nel 1850, grazie al designer Charles Frederick Worth, considerato anche il padre delle modelle, la prima vera sfilata ebbe luogo a New York. Nel 1903 un negozio della grande mela, Ehrich Brothers decise di prendere spunto dalle ‘modelle dal vivo’ di Worth e di mostrare ai clienti le proprie collezioni. A partire dal 1910, altri grandi magazzini di New York seguirono l’esempio, iniziando a realizzare le sfilate di moda. 

Ma è solo nel 1943, proprio durante la Seconda Guerra Mondiale, che Eleanor Lambert dà vita alla prima “Press Week”, nome originario della New York Fashion Week. La guerra aveva infatti reso impossibile l’importazione di grandi abiti dalla Francia e dall’Italia, pertanto iniziarono con questo evento a promuovere la moda locale. Poco dopo, Ruth Finley pubblicò il primo calendario della moda, una vera e propria guida dove venivano segnalati tutti gli eventi della settimana della moda. Tutti i giornalisti iniziarono a seguire e parlare di questo evento e fu così che il fenomeno prese vita e iniziò a conquistare tutto il mondo della moda.

La storia della Milano Fashion Week

La “Milano Fashion Week” nacque nel 1958, prendendo a modello le sfilate di G.B. Giorgini che nel 1951 a Firenze fu il primo a mostrare le collezioni degli stilisti di alta moda italiani a giornalisti, fotografi e buyer stranieri. Prima di allora le sfilate del nostro Paese avevano luogo negli atelier e nei laboratori, ed erano per lo più un evento intimo, non di portata globale.

Successivamente, la moda si sposta ufficialmente a Milano, con le prime sfilate di “prêt à porter”, letteralmente “pronto da indossare,” ossia di collezioni realizzate non su misura ma in taglie standard e in grandi quantità, pronte ad essere commercializzati in tutto il mondo. Questi eventi presero luogo alla Fiera di Milano, da stilisti come Walter Albini, Krizia e Missoni, seguiti negli anni da Giorgio Armani, Versace, Gianfranco Ferré e Dolce & Gabbana. Sono tutti marchi storici milanesi, a cui si aggiungono aziende che hanno ancora sede a Firenze come Gucci, Emilio Pucci, Roberto Cavalli ed Ermanno Scervino. 

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